Il Grande Alpinismo - Le vie di Tarcisio Fazzini - Stagione 1 Puntata 4

Tarcisio Fazzini è un personaggio peculiare dell’alpinismo.
Perché non nasce da un ambiente alpinistico tradizionale come potrebbe essere un lecchese che è cresciuto alla scuola dei Ragni di Lecco o uno Scoiattolo di Cortina. La sua figura esce improvvisamente… è come una meteora.

Arriva da un paese che con l'alpinismo ha avuto sempre poco a che fare, Premana. Lontano dalle montagne e soprattutto dalle montagne difficili, perché Premana è sotto il Legnone e vicino al Pizzo dei Tre Signori, ma sono montagne facili se vogliamo.

E lì è nato Tarcisio Fazzini, che ha segnato negli anni ’80 un periodo veramente speciale non solo per l'alpinismo lombardo, ma anche per l'alpinismo italiano.

Non solo con le sue creazioni, ma con le sue creatività. L’apertura della “Jumar Iscariota” sulla parete Nord Ovest del Badile. La Val di Mello col Monte Qualido e il Precipizio degli Asteroidi con il “Pejonasa Wall”, tutta in arrampicata libera (o quasi) con tecniche moderne ma senza eccedere in attrezzi particolari come i chiodi a espansione o gli speed. E ancora in Qualido “la Spada nelle Roccia”. Il Pilastro Sud del Monte Scingino dove ha aperto due vie molto audaci “Chi si ferma è perduto” e “Delta Minox”.

Tarcisio ha anche aperto una via su ghiaccio con Giuseppe Popi Miotti, l’ultima parete invitata della Val Bondasca: la parete Nord-Est del Pizzo Cengalo, infatti Tarcisio Fazzini era anche un ottimo ghiacciatole. Purtroppo quella via non esiste quasi più, dopo la frana del Pizzo Cengalo sulla Val Bondasca.


Scopri di più sulle imprese più importanti di Tarcisio Fazzini in questa puntata, attraverso gli aneddoti di Giuseppe Popi Miotti e le parole di Luca Schiera che ha ripercorso alcune delle sue vie.

30 lug 2021 - 10:34
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